I mulini

I mulini ad acqua *

Mulino di Scafa
Quello che più colpisce chi si accinge a studiare questa antica macchina è l'assoluto silenzio che oggi la circonda, dopo che per secoli essa ha rappresentato un elemento fondamentale della vita quotidiana. Certo i mulini ci sono ancora, ma non li distinguiamo più dalle altre costruzioni, non sappiamo dove si trovano e quale strada vi conduce. Le numerose "Via del Molino" che troviamo quasi in ogni paese sono tutto ciò che rimane di questo mondo improvvisamente scomparso. Nelle nostre case c'è ancora quella materia bianca, ma la usiamo senza più associarla all'elemento originario.
Miglior sorte hanno avuto per esempio il vino e l'olio. Pur esistendo i grandi frantoi e le cantine sociali, la produzione di questi alimenti fa ancora parte del mondo agricolo. Ogni paese conserva il frantoio dove i contadini portano a macinare le proprie olive e gli stessi fanno ancora il proprio vino, anche se sono soci della locale cantina sociale. Sembra quasi che a questo alimento si dia meno valore degli altri, tanto da non seguirlo più nel suo viaggio di trasformazione. Eppure un tempo per macinare un sacchetto di grano nel modo migliore si facevano tanti chilometri in più e severe leggi garantivano la qualità del macinato; anche la diffidenza del contadino verso il moderno mulino a cilindri era dovuta principalmente alla impossibilità di seguire il proprio grano nella fase di macinazione. Non è solo la complessità del sistema di macinazione ad aver decretato la fine del mulino ad acqua poiché i piccoli mulini elettrici, che nacquero numerosi nei centri abitati e in parte lo soppiantarono, pur non avendo i problemi di gestione di quelli ad acqua sparirono anch'essi quasi del tutto.
La produzione di olio e vino richiede un lavoro stagionale sicuramente più complesso della macinazione, ma questi prodotti, una volta pronti, hanno il vantaggio di essere poi disponibili per tutto l'anno senza il rischio della deperibilità. Forse proprio in questo risiede l'unico motivo della scomparsa dei mulini. L'uso casalingo della farina si è ridotto drasticamente negli ultimi decenni poiché la produzione familiare di pane e pasta, i principali prodotti finali, richiede un lavoro periodico, quasi giornaliero, che non si concilia con la vita di oggi. La farina viene usata per fare qualche dolce tradizionale, della pasta in occasione delle festività e come ingrediente in molti piatti ma i panifici e i pastifici hanno avuto facilmente buon gioco.

Caramanico-Mulino di Cicche morte
Per quelli della mia generazione nati e vissuti in città il mulino è sempre stato un oggetto misterioso. I miei coetanei di paese conservano ricordi molto vivi della polverosa stanza delle macine, delle lunghe gore con l'acqua spumeggiante e delle "rifose" dove facevano il bagno nei caldi pomeriggi estivi. Per me l'idea di mulino era legata solo ad una canzoncina licenziosa che si cantava sull'autobus che ci portava in montagna e alle immagini di una bella edizione del Don Chisciotte: si trattava chiaramente di un mulino a vento.
E' difficile capitare per caso nei pressi di un mulino, soprattutto quando le proprie escursioni si dirigono verso i monti. I mulini si trovano in fondo ai fossi, sulle ripide rive dei fiumi, nascosti, oggi più di ieri, dalla fitta vegetazione ripariale. Ed io ero arrivato ad una certa età, con i figli che frequentavano il liceo, e non avevo mai visto un mulino. Non è che la cosa mi preoccupasse molto, anzi non ci pensavo affatto. Ma un giorno capitai dentro il lago di carico di un mulino.
Il piccolo terrazzo ricavato su un ripido pendio era chiuso verso valle da un alto muro ed era completamente invaso da alberi e da una fitta vegetazione rampicante. Facendomi strada all'interno di questa foresta vergine trovai un varco nel muro e scesi fino alle mura diroccate di un edificio. Al suo interno una grande ruota di pietra, parzialmente ricoperta dalle macerie del tetto crollato, mi chiarì subito dove mi trovavo. Cominciai a girare fra i ruderi, cercando di dare una funzione, con le poche cognizioni che avevo, ai vari elementi che incontravo finché giunsi nella parte sottostante il piano delle macine. Nel buio di quella piccola e umida galleria, sul fondo, scorsi uno strano aggeggio: un grosso tamburo a cui erano attaccati dei rozzi cucchiai di legno. La "macchina" mi affascinò immediatamente, capii di essere giunto nel "cuore" del mulino.


Il ritrecine è la parte più importante del mulino; tutto quello che troviamo intorno, edificio, oggetti, macine, canali, sentieri, non avrebbe significato senza questa strana ruota. Ha il fascino di una macchina leonardesca e il mistero di un mostro mitico che vive nel fondo di una grotta.
Non ho potuto fare a meno d'iniziare questa ricerca.

 I mulini rupestri
 
Pretoro-Mappa del 1811
Fra i numerosi mulini ad acqua, animati un tempo dai corsi d'acqua che scendono dai valloni della Majella, ve ne sono alcuni particolarmente interessanti per la loro collocazione: infatti sono completamente ricavati nella roccia. Molto probabilmente delle cavità naturali hanno ridotto l'opera di scavo che comunque rimane rilevante soprattutto per quanto riguarda le cisterne per la regolarizzazione del flusso dell'acqua. Certamente un mulino realizzato nella roccia risentiva molto meno di quelli tradizionali delle rovinose alluvioni che periodicamente si verificavano e che spesso scalzavano dalle fondamenta le strutture murarie.

Due mulini rupestri li troviamo a breve distanza l'uno dall'altro nella valle del Foro, in località Pareti, sotto il paese di Pretoro mentre un altro si trova nella valle di Guardiagrele, poco più a monte di Bocca di Valle.

Pretoro-Mulino Di Sipio
La presenza di alcuni mulini presso Pretoro, lungo il corso del fiume Foro, ci è nota da alcune donazioni fatte nel 1059, 1120, 1141 al vicino monastero di San Salvatore a Majella e riportate nel Bullarium Basilicae Vaticanae. D'altra parte sono questi i secoli che vedono sotto la spinta di un notevole incremento demografico il conseguente sviluppo delle coltivazioni e la nascita di numerosi mulini. Come puntualizza il Bloch ("Avvento e conquiste del mulino ad acqua"): Non bisogna infatti ingannarsi: invenzione antica, il mulino ad acqua è medievale dal punto di vista della sua effettiva diffusione.

Pretoro-Mulino comunale
Il mulino di Bocca di Valle è situato sulla sinistra idrografica della valle e si distingue soprattutto per le enormi mura del lago di carico. L'ambiente interno è invece piuttosto ridotto e presenta una planimetria irregolare. Il mulino aveva una sola macina. Si tratta probabilmente del mulino S. Clemente 2°, riportato nella Carta Idrografica di fine Ottocento, e denominato dai paesani "Molino del Marchese".

Guardiagrele-Mulino del Marchese

*Questa ricerca non è stata integralmente pubblicata